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Un laboratorio per lavorare la lana grezza, allo Specchio un esempio virtuoso di riciclo

Il laboratorio della lavorazione della lana grezza, che si è tenuto al Centro “Lo Specchio Dan” di Domusnovas, è tra gli esempi virtuosi citati da Legambiente Sardegna nel rapporto sul progetto “Comuni ricicloni” per l’anno 2024. La lavorazione della lana, come è noto, fa parte della storia dell’umanità sin dalla preistoria. Tuttavia, questa tradizione – che un tempo era molto diffusa in buona parte dell’Isola – si è quasi persa del tutto a causa dell’industrializzazione della produzione di tessuti. Non solo: le normative vigenti ora considerano la lana grezza un rifiuto speciale. Pertanto, quello che sino a poco tempo fa costituiva un ricavo aggiuntivo per i bilanci agricoli, è diventato un costo.

«Siamo partiti l’anno scorso e stiamo proseguendo con questa attività sperimentale», spiega Silvestro Papinuto (nella foto d’apertura), il volontario di Casa Emmaus che coordina il progetto, mettendo in campo la sua esperienza e la sua abilità manuale. «Facciamo due incontri alla settimana. Le ragazze dello Specchio tutti i giorni hanno tante attività da svolgere, e devono anche seguire le rispettive terapie. Tuttavia, ci stanno mettendo tanto impegno ed entusiasmo. La lana grezza può essere impiegata come isolante termico nel settore dell’edilizia, tuttavia noi ci stiamo attenendo a un altro tipo di lavorazione che possiamo definire più tradizionale. Dopo aver raccolto la lana prodotta dalla tosatura, mi premuro di lavarla bene. Poi, con le ragazze, procediamo con la cardatura e poi procediamo con il processo di filatura della lana. Prepariamo i gomitoli che possono essere impiegati nei telai».

Alcuni lavori con la lana eseguiti da Silvestro Papinuto

«Le piccole esperienze come quella di Silvestro Papinuto, a Domusnovas, mantengono viva l’attenzione su quello che non solo è un prodotto identitario, ma la cui lavorazione ha potenzialità che vanno oltre il valore dei manufatti che ne derivano», sottolinea Legambiente Sardegna nel dossier sul progetto “Comuni ricicloni 2024”. «Ex minatore, appassionato di speleologia, montagna, artigianato, organizza dei laboratori per tramandare questo sapere antico, aprendo la sua casa e riscoprendo tecniche e strumenti antichi, dal lavaggio alla lavorazione col fuso, alla tintura con erbe spontanee e minerali sino alla tessitura. Il laboratorio insegna la pazienza, rilassa con la ripetitività dei movimenti, accompagna il riscatto dello scarto che diventa filato, semina curiosità verso materiali e processi che appartengono alla nostra storia. La fatica del lavoro, che richiede tempo, impegno, concentrazione, è compensata dal benessere e dall’autostima che si genera dalla conoscenza, qualcosa che costruiamo con le nostre mani e le nostre idee, che dura nel tempo, da condividere con gli altri».

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